V&V
Recentemente sono emerse criticità legate alla Data Governance e in particolare a quanto disposto nell'ambito del Decreto Legge n.34 che non autorizza le regioni ad effettuare linkage fra flussi informativi differenti né analisi secondaria di dati, restando tali trattamenti in capo al ministero della salute o alle singole ASL/ Aziende Ospedaliere oppure consentiti nei limiti di specifici progetti di ricerca.
Nel DL 34, in teoria, anche le regioni sarebbero dovute essere autorizzate: il punto era stato votato all’unanimità in Conferenza delle Regioni ma poi non è stato recepito.
Tale criticità è formalmente emersa, in particolare, a partire da una recente interrogazione del Garante Privacy rivolta alle 8 Regioni coinvolte dal Ministero della Salute in un progetto, finanziato dal PON GOV, volto a sviluppare un modello predittivo per una più efficiente e sostenibile gestione della spesa sanitaria. E' stata, in particolare, contestata alle Regioni in questione la legittimità del trattamento dei dati previsto nell'ambito di tale progetto.
Quali sono gli effetti?
L'impossibilità di fare un uso secondario dei dati associati ai flussi correnti:
- toglie alle regioni la possibilità di fare programmazione e monitoraggio delle proprie prestazioni e della relativa coerenza con le linee guida applicabili (audit)
- danneggia i cittadini che non vedranno opportunamente allocate le risorse e organizzati i servizi, per rispondere ai propri bisogni di Salute
- a livello di Sistema, si perde un'opportunità di sostenibilità, rendendo meno efficace il monitoraggio dei bisogni, l'allocazione delle risorse e la riduzione degli sprechi
PARLIAMONE CON GLI ESPERTI
USO DEI DATI PER FINALITA' DIVERSE DA QUELLE DI RACCOLTA
IL TRATTAMENTO SECONDARIO
Con il Dott. Giovanni Delgrossi - U.O. Sistemi Informativi e Sanità Digitale - Direzione Generale Welfare - Regione Lombardia